Percorso personale di psicoterapia: un atto d’amore verso se stessi.

Una domanda che mi viene fatta troppo spesso per restare inevasa.
Intraprendere una psicoterapia significa, innanzitutto, essere autonomi: anziché appoggiarsi ad amici e familiari ci si fa carico del proprio vissuto utilizzando uno spazio dedicato dove si investe emotivamente, fisicamente e cognitivamente sul proprio stare bene. Una tessitura co-costruita con pazienza che nessun altro può fare al posto nostro. Uno spazio di riflessione ed elaborazione su quanto accade nella propria vita.
Una psicoterapia è un lavoro psico-neurologico dove la fiducia e l’affidarsi sono dimensioni che vengono costruite strada facendo, che può apportare realmente trasformazioni importanti, poichè consente di modificare parti di sé che vengono viste e accolte in modo nuovo.
Può accadere che dopo un certo periodo in cui si vedono dei cambiamenti in positivo, (emersione di cose importanti che vengono ben elaborate; intuizione di concrete possibilità di guarigione e di cambiamento; percezione di una nuova energia), emerge improvvisamente la pulsione a “farcela da soli” portando ad interrompere la psicoterapia nel bel mezzo del percorso. In tali casi, è importante comprendere insieme se si tratta di una reale voglia di autonomia o di una fretta che nasconde altri problemi.
Può essere utile chiedere al terapeuta a che punto pensa si sia giunti nel percorso terapeutico facendo una ricognizione degli obiettivi, soffermandosi con lo sguardo sul cammino fatto fino a quel momento e valutando insieme che passi intraprendere. In queste fasi, è particolarmente importante prendere nota dei sogni e raccontarli in seduta.
Ritengo sia altrettanto prioritario rendere consapevole la persona dei potenziali rischi dovuti a un’interruzione improvvisa, quali una ricaduta nel malessere e un senso di sfiducia nel futuro; un riemergere di vecchie paure, un disorientamento e affanno alle prime difficoltà; rabbia, senso di colpa e senso di inadeguatezza con, alle volte, un reinizio di “pellegrinaggi” terapeutici senza risultati.
Concedersi di valutare e di ascoltare ciò che sta accadendo dentro di noi è un autentico atto d’amore.